Capelli corti e rabbia dentro di se
Con quei vent'anni che non riesci a dominare
Nella città in cui speranza non c'è
Sotto I palazzi, tra le trombe delle scale
Stringi gli anfibi di incoscienza e follia
Dentro quei gesti forse ricorderai
Di noi sballati e persi in mezzo a una via
E di quel tempo che non torna in dietro mai
E il tuo pensiero torna al momento
In cui c'era una scena e non soltanto le rovine
I nostri sguardi in mezzo ai vicoli bui
I nostri cuori oltre ogni limite e confine
Non queste mura di leggenda e realtà
Oltre le quali nulla resta di noi
Cosa racconti al tuo cuore quando
Il mio nome pronunciare non puoi?
E quanto è grande il cielo di questa città
E la malinconia che ti travolgerà
E quante spine ancora scoprirà il destino
E quanta rabbia dentro agli occhi
Duro è sto cammino che ti riporterà
Tra la nebbia fitta di questa città
Dispersa negli scazzi tra noi, parli poco coi tuoi e poi lei
Compagna dove sei?
Questo silenzio vuoto e senza un perché
È un labirinto da cui non riesco a fuggire
Come la rabbia che ci ha fatto skinhead
Che spinge I cuori costringendoci ad ardire
Come quel disco che ti trasporta via
Che ha il sacro suono della nostra città
Che tiene sotto scacco l'anima mia
Chi è che salvarla mai potrà?
Perduto amore che ritorni e vai via
Come I miei sbagli che non capirò mai
Ma quanto è immensa questa periferia
Senza sapere cosa fai?