(Gomez)
Chiamo cultura ciò che plasmo con le mani della mente come una scultura,
è un viaggio tra i mondi in cui sta i bordi di una linea scura.
Passa tra i fondi e prende forma come a notte fonda,
mix sopra vagoni spogli, più occhi per frequenze d’onda.
Dai primi passi, ai primi tratti, incastri di sintassi,
prima e mai prassi, un flusso scorre dentro vecchi nastri.
Testo spessore che cresco con gl’anni,
il sole che vuole il mio nome sporca le code degl’occhi passanti.
La previsione per me è tragica,
perché gli stati cambiano, ma l’aria che è attorno è statica,
perché non fate tappo per le bocche che hanno tattica,
perché la tasca parla ed io non so più dove ho messo la bacchetta magica.
Da qui l’ha Gomez, Scienz ed Amir, gatti attivi per principio primo,
col principio attivo come cime e rami.
Per ogni orecchio esposto al sole mo, parole d’o-verdose con cui unisco il mio concetto al flow,
da ore in on…
(Amir)
Chiamo cultura questa forza che mi spinge a notte fonda senza paura,
in una yard un altro pezzo è un’altra avventura.
Come cap sopra agl’altri non c’è più rispetto,
datemi un’altra crew di toy che prendo e la spezzo.
Competizione, sul mic ol vagone,
devi farlo ad ogni costo ed ad ogni condizione.
Montana, Clash, se non lo fai per il cash sono brividi…
emozioni liquide, come Tash sei,
messo da galera, ogni volta qui si spera,
d’uscirne vivi tra questi fantasmi di lamiera.
Non puoi strillare, sei in missione undercover,
estraneo all’omologazione delle mode sei…
tu con il tuo pilot, tu con il tuo book sei,
tu che fai i tuoi foot-work pure con i boots, sei…
tu come la polvere che sta s’un disco raro,
se la campioni la trasformi in polvere da sparo.
(Ghemon Scienz)
Questa cultura è verità. E’ la mia vita e merita attenzione,
la mia formazione e fondazione del vocabolario.
La mia Telecaster, il mio ghetto-blaster è la mia azione per il volgo ed è divulgazione.
Io non ho tempo per guardare i vostri tv color,
in questo matrix dove l’acqua sa di cloro.
La gente non lo sa perciò io sono sceso sulla terra ad avvisarli come Morpheus.
Kasparov del maicrofono. Kalashnikov del suono,
metto a tempo i modi d’essere dell’uomo,
perché sono Ghemon Scienza, sciamano dello scibile.
Sciabola che scinde, ascissa che mi guida nella scena,
asceta per trascendere il normale ed ascendere verso l’empireo…
ho l’ingrediente principale.
Chiamami Ghemon Pete Rock, kick flip con le rime come un trick di Tony Hawk.