l'ansia maledetta che mi lega lo stomaco
figlia della fretta come del mio senso critico
mi ruba il tempo e non mi fa pensare
mi lega l'anima mi toglie le parole
le mie paure qui si credono libere
di tormentarmi di non farmi credere
che sono il solo il vero timoniere
della mia mente l'unico padrone
mai non mi accontento non me ne sto composto
sono convinto che tacere non ha senso
chiedo un po' di più la mia capacità è
più di quanto in fondo io riesca ad esprimere
non rimango calmo qui nel fare silenzio
libero la voce dalle maglie del consenso
così non va così non si fa ma
riconosco solo la mia volontà
sputo rifiuto il piatto avvelenato
i pugni nello stomaco non mi hanno ammorbidito
ero qui bruciavo sotto la mia superficie
torno a fare fuoco e fiamme come la mia voce