Mio nonno era un ragazzo,
davanti a Don Mimì,
che pretendeva il pizzo,
come ogni venerdì,
mio nonno era deciso, sorrise e gli sparò,
e i soldi li rimise sul marmo del comò!
La madre e le sorelle piangevano per lui,
ormai era un ribelle un angelo nei guai,
ma quando il maresciallo di notte lo cercò
le donne nello scialle risposero ‘gnornò!
Lui sul bastimento si svegliò,
era il 1906,
fra le braccia di una notte scura,
si giurò di non tornare mai.
Ma quanto mare c’è,
da Napoli a New York,
pensava alla sua mamma per riscaldarsi un po’,
finché fu tutto blu e il vento si calmò,
come una ninna nanna, che lo riaddormentò.
Io sono americano, non sono Don Mimì,
ma tutti all’Ucciardone mi chiamano così.
Io la notte sogno sempre il Bronx,
e quella canzone che imparai,
il mio nonno col suo mandolino,
la cantava in faccia all’F.B.I.
Ma quanto mare c’è,
da Napoli a New York,
cantano gli emigranti,
“Chissà se tornerò?”,
con questa nostalgia,
picciotti amici miei,
se il mare fosse un ponte,
a piedi tornerei!
Con questa nostalgia,
un giorno morirò,
scappando sul quel ponte,
da Napoli a New York.