Una parola, o Adina
L'usata seccatura!
I soliti sospir! Faresti meglio
A recarti in città presso tuo zio
Che si dice malato e gravemente
Il suo mal non è niente appresso al mio
Partirmi non poss'io
Mille volte il tentai
Ma s'egli more
E lascia erede un altro?
E che m'importa?
Morrai di fame, e senza appoggio alcuno
O di fame o d'amor per me è tutt'uno
Odimi. Tu sei buono
Modesto sei, né al par di quel sergente
Ti credi certo d'ispirarmi affetto
Così ti parlo schietto
E ti dico che invano amor tu speri
Che capricciosa io sono, e non v'ha brama
Che in me tosto non muoia appena è desta
Oh, Adina!... E perché mai?
Bella richiesta!
Chiedi all'aura lusinghiera
Perché vola senza posa
Or sul giglio, or sulla rosa
Or sul prato, or sul ruscel
Ti dirà che è in lei natura
L'esser mobile e infedel
Dunque io deggio?
All'amor mio
Rinunziar, fuggir da me
Cara Adina!... Non poss'io
Tu no l' puoi? Perché?
Perché!
Chiedi al rio perché gemente
Dalla balza ov'ebbe vita
Corre al mar, che a sé l'invita
E nel mar se n' va a morir
Ti dirà che lo strascina
Un poter che non sa dir
Dunque vuoi?
Morir com'esso
Ma morir seguendo te
Ama altrove: È a te concesso
Ah! Possibile non è
Per guarir da tal pazzia
Ché è pazzia l'amor costante
Dêi seguir l'usanza mia
Ogni dì cambiar d'amante
Come chiodo scaccia chiodo
Così amor discaccia amor
In tal guisa io rido e godo
In tal guisa ho sciolto il cor
Ah! Te sola io vedo, io sento
Giorno e notte, e in ogni oggetto
D'obbliarti in vano io tento
Il tuo viso ho sculto in petto
Col cambiarsi qual tu fai
Può cambiarsi ogn'altro amor
Ma non può, non può giammai
Il primiero uscir dal cor