Ping
Olà, Pang! Olà, Pong!
Poiché il funesto gong desta la reggia e desta la città,
siam pronti ad ogni evento:
Se lo straniero vince, per le nozze,
e s'egli perde, pel seppellimento.
Ping, Pong, Pang
Io preparo le nozze, ed io le esequie,
le rosse lanterne di festa,
le bianche lanterne di lutto, gli incensi e le offerte,
monete di carta dorate,
il bel palanchino scarlatto, thè, zuccero,
noci moscate, il feretro grande,
ben fatto, i bonzi che cantano,
i bonzi che gemono,
e tutto quanto il resto, secondo vuole il rito,
minuzioso, infinito!
Ping
O China, o China, che or sussulti
e trasecoli inquieta,
come dormivi lieta, gonfia
dei tuoi settantamila secoli!
Ping, Pong, Pang
Tutto andava secondo
l'antichissima regola del mondo.
Poi nacque Turandot…
E sono anni che le nostre feste
si riducono a gioie come queste:
tre battute di gong, tre indovinelli…
e giù teste!
L'anno del Topo furon sei.
L'anno del Cane furon otto.
Nell'anno in corso, il terribile anno della Tigre,
siamo già al tredicesimo!
Tredicesimo, con quello che va sotto!
Che lavoro! Che noia!
A che siamo mai ridotti?
I ministri siam del boia!
Ministri del boia!