Conosco la noia nel mare intravisto dai vetri di un bar,
nel cuore il ridicolo e un cane che abbaia in continuità,
capire in un lampo di non possedere nessuna certezza:
so tutto su questa tristezza,
questo teatrino meccanico.
So bene che quando si è soli si dice sempre qualche bugia,
si cena sperduti nelle cronache regionali, ci si sente una spia,
che poi si vorrebbe anche telefonare a un compagno di scuola,
cantare insieme a squarciagola,
lontani da tutto e da qui,
ma voglio credere ancora
in una notte così
che per gente per bene, normale, se vuoi,
gente un po' come noi,
esiste ancora un amore e, per questo cammino,
in qualche punto del nostro destino,
un altro sole nascosto nel cielo o più su
qualcuno a cui dire:
non mi lasciare
non mi lasciare più,
non mi lasciare più
non mi lasciare più.