A diciott'anni la mia provincia grigia
Abbandonai deciso ad arrivar,
Portavo via più sogni che valigie,
Deciso a conquistar la gran città.
Presi così dal sarto più di nome
L'abito blu, ch'era una novità
E tra foto, canzoni ed orchestrazioni
I miei risparmi son finiti là.
Mi vedevo già sopra ai manifesti,
Col mio nome grande,
Più grande di chi non importa chi,
Mi vedevo già, grande fra i modesti
E firmavo foto, stringevo mani
Di qua e di là.
Il più grande dei grandi fantasisti
Ed ogni successo la gente in piedi
Acclamava me,
Mi vedevo già elencare in liste
Chi poteva a turno per una sera
Abbracciarsi a me,
Certo sto invecchiandomi
Sempre in questi panni,
Ma la voce è là, frutto d'esperienza
E di capacità.
Sono inacidito un po'
Col passar degli anni,
Però del mestiere ho tante idee
Che non tradirò.
Non domando che di calcar la scena,
Ogni volta il cuore
Davanti aL pubblico batterà.
Non ho avuto mai un po' di fortuna,
Non han mai capito
Che ho del talento,
Ma io ne ho.
L'abito blu,
Trent'anni che lo porto,
Le mie canzoni far ridere solo me,
Ogni scrittura mi butto a corpo morto
E sopravvivo chi lo sa com'è.
Conosco solo trionfi raccontati,
Viaggi di notte e dame demodè,
Miserabili paghe, valigie e tourné,
Con pasti magri e scalcinati hotel.
Mi vedevo già in fotografia,
In inverno ai monti, l'estate al mare
Con qualche star,
Raccontare già la mia biografia
Per i debuttanti con l'aria magica
Di chi sà.
Ogni mia prémiére era una marea,
Mille telegrammi dal temutissimo
Tout Paris, superato il crac
Di quella platea, ritornavo in scena
Fra i proiettori a cantare il bis.
Ho tentato tutto ormai
Per venire avanti,
Ho provato il serio, ho provato il comico
E l'éclaqué, se ho sbagliato tutto
E resto in mezzo ai tanti
Non è colpa mia, è colpa di
Chi non mi ha capito mai.
L'occasione a me l'hen negata in tanti,
Altri son riusciti, avranno i soldi,
Ma voce no. Ero troppo bravo,
Ho vent'anni avanti, ma verrà
Quel giorno che il mio talento
Dimostrerò