L’albero vacuo del mio futuro
Ha bianche radici che sconfinano nella terra dei miei sogni
I giorni tarli affamati incavano a stento dentro
Linfa è la parola, il tronco un’illusione
Affossata di corteccia
Ramo perfetto su cui mi riposo
Fletti stanco e pigro sotto il peso inesorabile del mio nuovo errore
Anima leggera
Brezza di foglie il ricordo del tempo perduto
Saliva a mozziconi per placare la sete di vita che ho
Sono ancora in piedi nuovo di me stesso
Fiori e rugiada cadono in un solo abbraccio
Steso felice nell’ombra
Non ho confuso il destino con le scelte...
Scelte...
Sacrosante scelte in silenzio mi sfiorano