Uscire nella nebbia la mattina
la prima sigaretta dopo il caffè
e il confine fra le cose e la luce
quasi non c’è.
Fermarsi contro un muro a guardare chi passa
con la fretta di chi sa quel che fa
e scoprirsi fratello di una foglia morta,
una stagione, una città
Voglia d’inverno, inverno portafortuna
che appanna i vetri, i bicchieri e la luna
e parlare a un amico che cammina vicino
e il gelo è il pretesto per un buon vino
voglia d’inverno, luce per poche ore
e poi nel buio puoi smarrire un dolore
mentre cade la neve che è un effimero eterno
voglia d’inverno.
E fermarsi a guardare un fiume in piena
che rotola e porta via
piccole storie vegetali di rami e terra
e poesia.