Stamane ho incontrato un compagno di scuola
che
non aveva più un nome finora,
ha gli occhi di un padre e somiglia a un
pittore
che parla di sé con le mani.
I semplici nomi alle barche di
Dio,mentre
i nomi altezzosi alle chiese,
buonsenso alle danze di fanti
bendati
che brindano senza pensare.
Gente che viene, gente che va,
la
gente che resta è quella che dà.
L'amico mi parla il suo dialetto
scuro,
madeleine da cui affiora il mio istinto più puro;
giocare col tempo va
bene, ma solo se è
come fa un padre col figlio maturo.
Che "dotto" è parola
diversa da "saggio"
credevo di averlo saputo,
lo scrivono i libri, lo dicono
in tanti
lo sanno tutti, ma nessuno.
Gente che viene, gente che va,
la
gente che resta è quella che dà...
Le menti più grandi si estinguono, ma
a
soppiantarle saranno adunanze
e stormi di intelligenze "normali"
che,
insieme, già sono geniali.
Gente che viene, gente che va
la gente che resta
è quella che dà...