Due donne in una stanza,
L’una si muove, l’altra si guarda
Distratta in un sorriso
Cielo coperto, carta di riso,
Che prova a raccontare
La biografia con uno sguardo.
Questo canto visivo
È di chi crede, è linfa d’ulivo
È... Linfa d’ulivo, è...
È... Linfa d’ulivo, è...
È la notte delle Ramblas
Che racconta questa danza,
Quel demonio che ho nel petto
È una statua rannicchiata,
Note vive, come iodio
Lo riportano
Giù nel mare.
La bambino consolavo
Chi si nutre, dei difetti
Mentre oggi mi raccontavo
Che non so più consolare
Le... Due donne in quella stanza,
Le... Due donne in quella stanza...
Dame e madonne in pietra
Ritte sui muri come fantasmi.
Antiche tribù mute,
Mondo di gesti, senza parole.
Pregano assieme in chiesa
Statue di legno e statue di carne,
Le imitano in un chiostro
Scribi di pietra ed oche sante
E... Tredici sante e un Re...
E... Tredici sante e Eulalia...
È la notte delle Ramblas
Che solfeggia questa danza
Archi e volti, ribassati
Che improfumano un po,
Tutto d’oriente
Torri vive, torri more,
Voti offerti al Dio del mare,
Riti intrisi in ogni nodo
Delle reti, nelle mani
Dei momenti più affiatati
Di chi vive per il mare,
Di... Chi vive per il mare...
Di... Chi vive per il mare...
Le due donne delle Ramblas
Mi raccontano di una danza
Che mi nutre come il sangue
Di chi si piccona il petto.
Pellicano speranzoso
Su una croce dai l’esempio.
Donna mia posa lo specchio,
Che c’è un sogno che ti attende,
Copri la città di veli e...
Sogna i monti...
Sogna i monti...