"Come ti chiami?". "Ve l'ho già detto".
"Ripeti ancora, non ho capito".
"Sono Rossini, iscritto al partito,
sor commissario, mi conoscete".
"Confessa allora, tu l'hai colpito,
non mi costringere a farti del male,
tu sai benissimo, conosco dei mezzi
che anche le tombe fanno parlare".
"Sor commissario, i vostri mezzi
sono due ore che li sopporto
e se volete vedermi morto
continuate pure così".
Aveva solo un vestito da festa,
se lo metteva alle grandi occasioni;
a lui gli dissero: domani ai padroni
gliela faremo, faremo pagar.
E l'indomani, quando era già l'alba,
apri l'armadio e il vestito si mise,
guardo allo specchio e la faccia sorrise,
guardo allo specchio e si disse di sì.
E andò alla fabbrica ed erano in mille,
tutti gridavano l'odio e il furore;
forse Giovanna il vestito vedeva
in quella folla fra tanto colore.
"Ti han visto tutti, tu sei finito,
c'è anche del sangue sul tuo vestito:
quei cinque uomini che sono morti
sulla coscienza li hai anche tu".
"Sor commissario voi lo sapete
quali che sono i veri assassini,
quelli al servizio degli aguzzini
che questa vita ci fanno fare.
E questo sangue che ho sul vestito
è solo il sangue degli innocenti
che protestavano perchè fra i denti
solo ingiustizia hanno ingoiato".
Aveva solo un vestito da festa,
se lo metteva alle grandi occasioni;
a lui gli dissero: domani ai padroni
gliela faremo, faremo pagar.
Ma l'hanno visto con un sasso in mano
che difendeva un ragazzo già morto,
ma quel che conta è che a uno di loro
un sampietrino la testa sfasciò.
Ed ha scontato vent'anni in prigione
perchè un gendarme s'è rotto la testa;
ormai Giovanna ha tre figli, è in pensione,
chissà se ha visto il vestito da festa
ormai Giovanna ha tre figli, è in pensione,
chissà se ha visto il vestito da festa.